Breda Park Valkenberg 24 agosto, 2004
Caro Aldo Rossi,
Un faro senza entrata, come portiera ne rimango profondamente commossa. Appartengo a tutti gli edifici, ma questo edificio non mi si addice.
Cammino in senso antiorario intorno alla torre, portandomi dietro la luce. Desidererei parlare della scelta di omettere l’entrata. Ma le risposte si danno solo in vita, dopo la morte si possono fare solo congetture.
Un faro non appartiene alla città, non ha origine nella città. Nel mio giro ciclico contro il tempo cerco di situare il faro. L’aspetto assoluto del presente talvolta mi demoralizza e tramite una catena di ricostruzioni stabilisco dei nessi, cercando di capire ciò che vedo.
Una componente salata e limpida mischiata a una base dolce e torbida. Non sono in contrasto, ma non formano un’emulsione.
L’esterno apparentemente allegro e vivace ha una funzione contraria. Un faro ci avverte di fare attenzione, ci dice soprattutto di non avvicinarci, altrimenti ci sfracelleremo sulla massa. Con la presenza del faro vuoi forse proteggerci dalla massa della città, in modo da non incagliarci e seguire invece la rotta giusta? Oppure hai voluto costruire un edificio che ci parla della vita, che di giorno flirta con la sua massa e dopo il calar della sera è impegnato in un monologo di luce sull’interno, sulla vita interiore, sul fuoco del nostro subconscio? Questa sarebbe allora una mossa strategica verso l’interno, una strana manovra per un architetto.
Non c’è una trama, giorno e notte si alternano ininterrottamente e ripetutamente ci avviciniamo alla costa.
Questo edificio non ha bisogno di occhi. Vuole essere cieco, non vuole vedere nulla di quel che accade intorno e fa un discorso eterno sul limite tra la vita e la morte, l’energia e la massa. Solo coloro che capiscono il linguaggio silenzioso del giorno e della notte riescono a udirlo.
Omettere l’entrata significa omettere l’essere umano. Hai detto che l’entrata annuncia ciò che vedremo. In altre parole, non vedremo nulla. È un’illusione? Io appartengo all’entrata, allora sono io un’illusione?
Karin van Pinxteren

Part of the performance ‘Aldo’s Commissionaire’ | 2hr walk counterclockwise on the lighthouse of Aldo Rossi in Breda The Netherlands on August 24, 2004 | 20:00 – 22:00 hr | ‘Kielhalen’ Stichting IDFX, Breda | text spoken in Italian | photo in the middle – Peter Roek